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  chi fa da sé fa per... 

 

serie di manuali per educatori, genitori, grandi e piccini

 

 

 

 

 

 

1994   ritagliare e piegare la carta

 

L’arte di ritagliare e piegare la carta

Collage, decorazioni, intrecci, mosaici, ricami, trine, nastri, fiori, giochi, origami, fondali, ecc. ecc. in carta colorata.

 Per bambini, ragazzi, educatori.

 Illustrazioni a cura di Daniela Meda, Monica Buniato, Barbara Tanasi

  

Edizioni De Vecchi Editore S.p.A. - Milano

 

 

 

 

 

1995  attività che sviluppano la creatività

 

Attività manuali che sviluppano la creatività

Per bambini dai 3 ai 14 anni

 Creare costruire con creta, pasta salata, stampa, fotografia, modellatura, cartapesta, ritagli con la carta, cucito, ecc.

 

 Edizioni Giovanni De Vecchi Editore s.p.a. – Milano

 

 

Se, come ha scritto Baden Powell, il gioco è il primo, grande educatore, e se il "fare" costituisce un'aspirazione insopprimibile del bambino, il "fare giocando" diviene una sintesi naturale di impareggiabile potere formativo, in quanto risponde esaurientemente a due esigenze dei soggetti che devono e vogliono crescere, maturare, diventare adulti, conquistando la loro autonomia e affermando la loro personalità. Ma il "fare" dei bambini si traduce in operatività manuale e in motricità prevalentemente vissute a livello di immediatezza, ossia di limitata presa di coscienza dei riflessi formativi, numerosi e importanti, che derivano dalla chiamata in causa delle componenti intellettive, nelle fasi preparatoria, concomitante e finalizzatrice dell'attività fisica. Il concetto di componenti intellettive evoca nel pensiero la capacità di affinare la sensopercettività, la sistematicità e l'acutezza dell'osservazione, il coordinamento oculo-manuale, l'efficacia espressiva, il senso estetico, l'incipiente gusto artistico. Accanto a questi traguardi, che certamente stanno a cuore e genitori ed educatori, di cui la nostra modesta opera spera di suscitare l'attenzione e le simpatie, è essenziale, secondo noi, offrire provocazioni in grado di risvegliare le potenziali doti di immaginazione, fantasia, originalità e creatività presenti, sia pure in misure diverse, in ciascun bambino. Da qui il costante nostro richiamo a non sottovalutare, anzi a privilegiare la progettualità come premessa essenziale di ogni forma di attività da intraprendere, e come fase in cui debbono venir individuati gli elementi sostanziali e di dettaglio, coi quali personalizzare il modello, l'oggetto, il prodotto dell'attività stessa. La creatività si estrinsecherà e si svilupperà in misura crescente, manifestandosi nelle idee, nelle forme, nei colori, nell'originalità delle soluzioni e delle rifiniture, come indicatore dell'autonomia conquistata da una personalità che si delinea sempre più come unica, inconfondibile e irripetibile.  Non sorprenda dunque il nostro insistente richiamo, citato quasi ossessivamente per ognuna delle esperienze proposte. Queste ultime si giustificano solo se considerate e fruite - secondo la nostra intenzione - come esempi per apprendere le tecniche, e mai come modelli da riprodurre pedissequamente in serie. Sono e devono restare spunti per stimolare l'immaginazione e il talento individuali, cosicché attraverso la manipolazione creativa, l'accumulo di esperienze, la conoscenza dei materiali, (intenzionalmente ne abbiamo proposto una considerevole varietà) ognuno possa poi fare le proprie scelte ed esprimersi nei modi nelle forme più congeniali. E il gioco? Che rapporto ha con quanto stiamo ora dicendo? Secondo noi esso è, e deve essere, la componente animatrice delle attività manuali creative, nel senso che esse non ammettono di essere assunte come "lavoro" (nel significato dato dall'adulto a termine), ma vogliono essere godute in spirito ludico, per produrre appieno gli effetti che noi ci auguriamo.

 

 

 

 

 

1996   creare sculture con il filo di ferro

 

FILO DI FERRO

 Guida alla realizzazione di semplici costruzioni,sculturine, veicoli, giochi, gioielli, ornamenti per la casa, ecc. ecc. nel più povero tra i materiali da costruzione.

 

Giovanni De Vecchi Editore s.p.a. - Milano

 

 

L'arte del lavorare il filo di ferro, oggetto di quest'opera, è stata da noi trattata in modo certamente parziale, e di ciò chiediamo preventive scuse ai lettori. A parer nostro, infatti, l'argomento si presta ad infinite variazioni sul tema, infiniti approcci di metodo, interminabili diatribe sull'uso, tipologie e funzioni da deputarsi al materiale. A ben vedere poi, questo piccolo nostro lavoro appartiene a quel genere di libri che ognuno, volendo o potendo, avrebbe fatto, o almeno sperato che fosse fatto o concepito in modo sempre diverso.  Il nostro - ed è questo il punto - è un catalogo tutto personale, quindi inevitabilmente parziale, dettato dalla nostra inclinazione didattica, dalla vocazione creativa e dal ricordo più o meno fresco di un mondo ormai desueto fatto giochi e tante piccole cose a filo di ferro, lamierino e reticella, per niente inutili e tutt'altro che di pessimo gusto. La nostra non vuole però essere la semplice fiera della nostalgia da "semi grandi" che attribuiscono a questo o quell'oggetto il valore esclusivo di un ricordo.    Ciò che abbiamo posto in essere pur nella parzialità degli elementi trattati tra le parentesi della memoria è, in primo luogo, un libro-gioco. E', o vuole essere anche e soprattutto un invito alla riscoperta dei materiali semplici, addirittura "poveri", nella certezza che al di là del mondo "lattemiele" dell'infanzia ritrovata, possa nascere, con poco, lo stimolo alla ricerca di un diverso, mai finito, universo creativo. Ecco perchè la nostra ricerca, fatta salva la gradualità in certa qual misura propedeutica, si dipana tra immagini e proposte talora contrastanti. La struttura è volutamente aperta, ma non certamente casuale. Le immagini e gli stimoli, sono via via più pertinenti o più semplicemente allusivi, ma sempre in qualche misura riconducibili all'idea che un concetto, un materiale specifico, il residuo della lavorazione ferrosa; tanto il filo quanto la maglia di rete, il tondino, il pezzo da rottamazione, o il filo dorato ed argentato d'un gioielliere; possono attraversare diagonalmente schemi culturali antichi o moderni, discipline diverse, proponendo accostamenti e soluzioni forse imprevedibili al punto da sfiorare, talora, l'idea stessa dell'opera d'arte.  Alla fine, l'operazione condotta in questo volumetto è anche un invito alla curiosità, se non altro quella del vedere quel che si può fare, che è stato, o che potrebbe essere fatto, tanto dal bambino quanto dall'artista che vive nascosto in ciascuno di noi.

 

 

 

 

 

1996   ombre cinesi

 

 

OMBRE CINESI

 Come ottenere con fa sola motilità delle mani , figure di animali, ritratti, caricature.

 Illustrazioni a cura di Giuseppe Spinelli

 

Giovanni De Vecchi Editore s.p.a. - Milano

 

 

L’arte delle ombre affonda le proprie radici nel passato più remoto. Essa risale certamente agli albori della civiltà; non solo perché proiettare l’ombra di un qualsiasi oggetto è il modo più semplice per ottenerne un’immagine, anche se limitata al semplice contorno, ma soprattutto perché da sempre l’ombra è stata vista come una creatura” indipendente dall’oggetto che la genera, in grado quindi di agire con una pro­pria autonomia. La cultura primitiva attribuisce all’ombra dell’uomo vita e identità solo in parte legate a quelle dell’individuo che l’ha generata (si pensi ai tabù relativi alla profanazione e al calpestio dell’ombra di re e sacerdoti o al “furto” dell’ombra da parte di forze maligne dirette da stregoni e sciamani). Gli stessi temi riaffiorano anche nella cultura popolare europea attraver­so leggende e credenze popolari che vedono l’ombra protagonista di vicende del tutto indi­pendenti da quelle del corpo o dell’oggetto cui essa dovrebbe essere inscindibilmente legata. Secondo queste tradizioni, dunque, l’ombra è un’entità autonoma, dotata di una sua identità. Proprio da questa credenza si è sviluppato il più antico e il più elementare degli spettacoli:quello che si fonda sull’abilità gestuale delle mani, che modificano studiatamente la loro po­stura.

 

 

 

 

1997   oggetti di carta

 

 

COME REALIZZARE OGGETTI DI CARTA

 L’arte di ritagliare e piegare la carta per creare nastri, fiocchi, fiori, animali, bamboline, mosaici, decorazioni e altri oggetti.

 

Collana le guide creative

Giovanni De Vecchi s.p.a. – Milano

 

 

1997   attività manuali

 

Attività manuali & Lavoretti

Per bambini dai 3 ai 14 anni

 Creare costruire con creta, pasta salata, stampa, fotografia, modellatura, cartapesta, ritagli con la carta, cucito, ecc.

 

 Edizioni Giovanni De Vecchi Editore s.p.a. – Milano

 

 

Gioco, manualità e creatività.

Se, come ha scritto Baden Powell, il gioco è il primo, grande educatore, e se il "fare" costituisce un'aspirazione insopprimibile del bambino, il "fare giocando" diviene una sintesi naturale di impareggiabile potere formativo, in quanto risponde esaurientemente a due esigenze dei soggetti che devono e vogliono crescere, maturare, diventare adulti, conquistando la loro autonomia e affermando la loro personalità.

Ma il "fare" dei bambini si traduce in operatività manuale e in motricità prevalentemente vissute a livello di immediatezza, ossia di limitata presa di coscienza dei riflessi formativi, numerosi e importanti, che derivano dalla chiamata in causa delle componenti intellettive, nelle fasi preparatoria, concomitante e finalizzatrice dell'attività fisica. Il concetto di componenti intellettive evoca nel pensiero la capacità di affinare la sensopercettività, la sistematicità e l'acutezza dell'osservazione, il coordinamento oculo-manuale, l'efficacia espressiva, il senso estetico, l'incipiente gusto artistico. Accanto a questi traguardi, che certamente stanno a cuore e genitori ed educatori, di cui la nostra modesta opera spera di suscitare l'attenzione e le simpatie, è essenziale, secondo noi, offrire provocazioni in grado di risvegliare le potenziali doti di immaginazione, fantasia, originalità e creatività presenti, sia pure in misure diverse, in ciascun bambino. Da qui il costante nostro richiamo a non sottovalutare, anzi a privilegiare la progettualità come premessa essenziale di ogni forma di attività da intraprendere, e come fase in cui debbono venir individuati gli elementi sostanziali e di dettaglio, coi quali personalizzare il modello, l'oggetto, il prodotto dell'attività stessa.  La creatività si estrinsecherà e si svilupperà in misura crescente, manifestandosi nelle idee, nelle forme, nei colori, nell'originalità delle soluzioni e delle rifiniture, come indicatore dell'autonomia conquistata da una personalità che si delinea sempre più come unica, inconfondibile e irripetibile.  Non sorprenda dunque il nostro insistente richiamo, citato quasi ossessivamente per ognuna delle esperienze proposte. Queste ultime si giustificano solo se considerate e fruite - secondo la nostra intenzione - come esempi per apprendere le tecniche, e mai come modelli da riprodurre pedissequamente in serie. Sono e devono restare spunti per stimolare l'immaginazione e il talento individuali, cosicché attraverso la manipolazione creativa, l'accumulo di esperienze, la conoscenza dei materiali, (intenzionalmente ne abbiamo proposto una considerevole varietà) ognuno possa poi fare le proprie scelte ed esprimersi nei modi nelle forme più congeniali. E il gioco? Che rapporto ha con quanto stiamo ora dicendo? Secondo noi esso è, e deve essere, la componente animatrice delle attività manuali creative, nel senso che esse non ammettono di essere assunte come "lavoro" (nel significato dato dall'adulto a termine), ma vogliono essere godute in spirito ludico, per produrre appieno gli effetti che noi ci auguriamo.

 

 

 

 

 

1997 aerei di carta

 

Come realizzare

AEREI DI CARTA

Ed altri oggetti volanti

 

 Giovanni De Vecchi Editore s.p.a. – Milano

 

 

 

 

 

 

1998 aerei di carta

 

COME FARE GLI AEREI DI CARTA E ALTRO OGGETTI VOLANTI

Con tutti i progetti

 Illustrazioni a cura di Giovanna tagliabue, Francesca Venturini dell’Istituto Statale d’Arte di Giussano

 

Giovanni De Vecchi s.p.a. - Milano

 

 

 

1999 fai da te i giocattoli giocando

 

  

Fai da te i giocattoli, giocando

Creare e giocare con stuzzicadenti, fil di ferro, tappi, lattine, bottiglie di plastica e altri materiali comuni.

 

 Edizioni Giovanni De Vecchi Editore s.p.a. - Milano

 

 

Tra gioco e creatività:

Lo scopo del libro o almeno quello che vorremmo fosse considerato come “il fine principale”, non è quello di stupire mostrando oggetti-gioco o progetti troppo fantasiosi, magari un po’ inusuali, esteticamente apprezzabili o dubbi; quanto piuttosto quello di contribuire sia pure in parte minima ad ampliare l’orizzonte di noi tutti all’interno del sempre infinito e davvero (questo si), sorprendente mondo della creatività giocosa dell’infanzia. Non è stato facile, ma neppure impossibile, tentare di ricreare l’ambiente, le situazioni, le condizioni sempre prevedibilmente imprevedibili e fantastiche, caratteristiche uniche ed inalienabili di questo “mondo a parte”. Così vorremmo che il lettore, in nostra compagnia, si accostasse a questa dimensione sempre diversa del “fare per creare e crescere fantasticando” e si preparasse ad un viaggio all’indietro nei propri anni attraversando un tempo immobile in direzione di un mondo candido, spensierato e fantasioso; quello appunto dell’età evolutiva , dell’universo grande, dei piccoli. Vorremmo che, partiti, tutto appaia visto, vissuto e ricreato con le mani laboriose e gli occhi incantati di quel bambino che tornerà a sopravvive dentro ciascuno di noi. Vorremmo che nel nostro viaggio di carta tutto fosse malia; il tutto o il poco, a partire proprio dal niente di un semplice foglio che svolazzando nell’aria prefigura un volo più grande, sognato e voluto. Forse è chiedere un po’ troppo ad una natura come la nostra ormai disincantata, ma per questo compito, il più difficile, abbiamo voluto che ci fossero a guida tanti piccoli collaboratori, bambini davvero, e gli infiniti giochi-giocattoli che dal nulla ci hanno suggerito di ricreare con loro; per noi, voi, e per loro stessi. Qualcosa, parte del tutto, potrà sembrare bislacca, troppo povera o troppo complessa per la nostra immaginazione, tanto da intimorirci. E’ solo apparenza, ne siamo certi, ed è cosa verificata quanto basta: occorre guardare bene tra le pieghe di una meccanica costruttiva del fantastico che nei ragazzi è, anche nell’astrazione e nell’assurdo - sempre - bislacca, lineare e mai complessa. A ben vedere, soprattutto frugando tra le nostre memorie giovanili i veri giochi, i giocattoli più autentici, quelli che col poi, col tempo e la memoria abbiamo amato ed ameremo sempre profondamente, non erano altro che semplicissime, stravaganti complicazioni del niente: un eccesso in povertà e ricchezza di fantasia. Chi vuol davvero viaggiare con noi e le tante nostre piccole guide per un mondo all’apparenza strambo, sappia dunque quali i criteri, quali le scelte, quali vocazioni siamo andati prefigurando, tanto per il semplice gusto della scoperta quanto per la migliore riuscita e comprensione del “viaggio”. Come “Pollicini”, nel profondo di un bosco di carta, abbiamo cercato di lasciare traccia evidente, per tutti, del nostro passaggio. Ogni pietruzza lasciata per via è una proposta, e chi la raccoglie trova un’idea a cui aggiunge del suo per tornare alla casa dei sogni e dei giochi. Per colmare il sacco delle piccole pietre non c’è stato bisogno di andare alla cava del marmo. Nelle case, nelle cose, nell’esubero del giorno e d’intorno, ce né fin troppe men che evidenti, da cavarne in abbondanza per tutti. Paiono nascoste agli occhi ottusi dei saccenti, grandi che si credono grandi, ma vibrano di luce come pepite lucenti agli occhi incantati ed ingenui dei bimbi. E’ il “mondo piccolo” in cui siamo andati a scavare seguendo il fiuto, l’intuito, la fantasia, e perché no, l’esperienza vissuta sul campo di chi ci è stato da guida. E’ un mondo fatto “rifiuti”, di tappi e conchiglie spiaggiate, bottiglie vuote e lattine, fili di ferro, avanzi di stoffa, ritagli e carta straccia; ma anche bacche cadute, fili d’erba sfuggiti alle “balle”, legni e legnetti gettati dal vento, fiori, gusci e profumo, sensazione forte di prati e di boschi che si trasformano pian piano ed evolvono in forme e figure corpose e fantastiche per bambini e bambine. Queste nostre pietruzze, queste tracce le abbiamo volute e lasciate come tante “stazioni”, capitoli di un volume più grande, mai da finire e sempre infinito. Abbiamo voluto cartelli come si conviene per ogni stazione: c’è segnato di tutto, con ordine, per chi vuol sapere, saper fare per modo, saper spiegare e vedere: cos’è quel che si impiega, dove trovarlo, che farne, come trattarlo, quali le precauzioni, quali gli attrezzi per lavorarlo. E poi non tutte ma molte in successione le idee gioco dei piccoli amici. Le più apparentemente complesse, spiegate; le altre, la maggior parte lasciate li da vedere, per suggerire soltanto.