L’Opera dei Celebranti
ovvero, il gioco dell’artista.
Sul finire del 1978 lo storico e critico dell’arte, il compianto Franco Solmi, diede vita al movimento artistico dell’”Opera dei Celebranti”, raccogliendo attorno a sé, grafici, pittori, scultori, musici, teatranti, letterati, poeti, ed ovviamente fotografi . Con Ando Gilardi (storico e critico della fotografia), ne fui chiamato a farne parte come unico fotografo del gruppo, girando così l’Italia e allestendo mostre , “celebrando” il celebrabile come ai tempi degli antichi aedi, dei cantori o dei maestri dell’arte figurativa di antica e gloriosa memoria. Tra i venti co-fondatori facenti parte dell'Opera, basterà citare i nomi di:
- Adriano Avanzolini
- Remo Bianco
- Davide Boriani
- Franco Dellera
- Enrico Manelli
- Giuliano Mauri
- Armando Marocco
- Gian Marco Montesano
- Gino Pellegrini
- Fiorella Petroncini
- Angelo Saponara
- William Xerra
Troppo lungo sarebbe ora il citare per intero il corposo manifesto programmatico del movimento artistico, basterà invece la semplice citazione dei primi punti dello statuto per capirne le finalità e le motivazioni sociali ed artistiche, o più semplicemente ludiche e certamente provocatorie.
Articolo 1
- L’Opera dei Celebranti, libera associazione fra Maestri d’Arte e Mestieri, ha per principio fondamentale la reciproca solidarietà e comunione tra gli Artisti, affinchè, secondo l’antico precetto del Digesto (III, 4, Quod cuiuscumque, 7, 1 e 2), Omnes iidem maneant vel omnes mutati sint; e per origine il bisogno che essi universalmente sentono di associarsi fra loro, chiarendo per altro di voler rimanere fraternamente uniti agli altri uomini.
Articolo 2
- L’associazione ha per scopo particolare il Mutuo Soccorso degli Artisti: tende a promuovere il lavoro, la moralità, il bene essere, affinché possano cooperare efficacemente alla libertà della Patria, alla Emancipazione e al miglioramento indefinito dell’Umanità.
Articolo 3
- L’Opera dei Celebranti è una Associazione a fini estetici e di giusto lucro che può contribuire, attraverso l’alta qualificazione professionale dei Collegati, a rendere le cerimonie politiche, religiose, sociali e culturali, rispondenti a criteri di buona ritualità. Si propone inoltre di soccorrere e guidare, con l’ausilio di una sincera coscienza professionale, i Privati, gli Enti pubblici civili e religiosi, i Partiti politici. Le Associazioni di cultura, morali e d’arma e quanti intendano fare opera di festa, celebrazione e commemorazione senza incorrere in perniciosi dilettantismi o disdicevoli improvvisazioni. Offre quindi a richiesta dietro equo compenso i propri servigi ai Committenti in tutta umiltà 8fatta salva la dignità professionale) per rendere efficaci le celebrazioni programmate, troppo spesso carenti sul piano della immaginazione e del mestiere.
Articolo 4
- I collegati, consci della nobiltà del proprio ruolo e gelosi difensori dell’autonomia che ad essi compete nel rispetto delle volontà del Committente, si impegnano a combattere l’insidiosa corrosione dei valori che tanto danno reca all’Arte e agli Artisti e a denunciare, ovunque si riscontri, il volgare conformismo che tanti guasti ha prodotto con l’attribuzione di commissioni, onorificenze, titoli, e perfin qualifiche di Maestro, ad artefici e mestieranti indegni finanche d’evocar lo spirito delle antiche tradizioni d’Arte e Mestieri che ebbero a fiorire l’Italia e l’Europa.
Articolo 5
- L’Attività dell’Opera si esercita in senso polidisciplinare portando nelle celebrazioni l’armonia di professionalità diverse, dalla critica alla letteratura, dalla musica al teatro, alla pittura, alla scultura, al cinema, agli audiovisivi, alle arti del corpo, alla fotografia, tutte componenti nel Lavoro Felice.
Rticolo 6
- Imprescindibile è il concetto che ogni celebrazione testimonia una ricerca di immortalità. In carenza di questo principio l’Opera dei Celebranti ripropone ai suoi membri e a tutti gli uomini tutti come fine ultimo dell’Arte la ricerca della felicità, che dell’Immortale è la proiezione quotidiana.
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Le Quali le "celebrazioni" più importanti realizzate con il movimento? Tra le tante, a Bologna al Museo e Galleria d’Arte Moderna, Alla galleria d’Arte Moderna di Ancona, alla galleria Civica di Piacenza.
Alla Triennale di Milano del 1979 su invito di
Gillo Dorfles
Purtroppo non dispongo più dell'opera originale, né tantomeno di una sua riproduzione: un assemblaggio fotografico di 50x70, b&n virato in azzurro dal titolo: " il 31 inteso come tram", ormai entrata a far parte dell'archivio storico della Triennale milanese.
Selezione per il catalogo Bolaffi Arte 1979