in nome e per conto
serie di libri un po’ miei
Si tratta di libri non miei, ma in fondo in fondo un po’ miei. In che senso? Con de Vecchi lavoravo a cottimo, producevo creatività a getto continuo e più producevo (e loro vendevano) e più mi commissionavano nuovi testi. Si arrivò così ad un punto morto in cui io non riuscivo a produrre più di due volumi all'anno a fronte di richieste ben superiori. Fu così che decisi di promuovere alla creatività editoriale i miei allievi migliori e talvolta anche validi colleghi. Avuta segnalazione delle richieste e necessita editoriali, proponevo il lavoro, sia chiaro, retribuito a singoli allievi e/o a pioccoli team di lavoro studentesco. Una buona pratica esperienziale per chi come i miei allievi di un tempo era votato alla grafica, alla creatività ed alla comunicazione. Data la commessa, mi facevo parte in causa nella stesura del timone editoriale, della scaletta e delle proposte creative. il resto è solo ed esclusivo merito loro.