multimedia
2018 Il mago di Lodi
Una produzione MaGestic Film
Regia di: Silvia Onegli
La vita dello scienziato Paolo Gorini, misconosciuto pietrificatore di corpi e inventore del moderno forno crematorio. Sullo sfondo, un ripensamento del tabù della morte e la piccola città di Lodi, nella quale visse gran parte della sua vita e dove ancora oggi il mito e il culto del “mago” persistono in forme contraddittorie e inaspettate. Ecco il trailer anche in 4K!
https://www.youtube.com/watch?v=IFDwiXTITwU
1999 l’altra Brianza
Libro e CD multimediale
L’ALTRA BRIANZA
La Brianza nelle immagini di Giuseppe Croci, fotografo in Seregno
Edizione Il Cittadino settimanale - Monza
Un multimediale si compone di immagini fotografiche, disegni, animazioni, video, e documenti audio. Il tutto assemblato e omologato nel contesto di una interattività assoluta. Allegato al CD, in edicola, vi era anche il volumetto (andato esaurito in pochissimi giorni). Non ci è quindi possibile presentare in questa sede presentare l'intero compendio della multimedialità "cucinata" su dischetto e libro a Giuseppe Croci fotografo in Seregno, e Cantù negli anni 50/60 del secolo scorso. Basti dire che nel disco c'è una vastissima panoramica del suo lavoro con oltre 2000 fotografie, bianco e nero e coloe e di grande formato. Basti per tutto e per meglio comprendere la poetica fotografica di Croci, il mio testo introduttivo all'opera, letto da Giancarlo De Angeli.
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2003 Don Rinaldo Beretta. Opera Omnia
Le brianze di don Beretta”, prodotto interamente dedicato alla mai prima d’ora riunita, opera omnia del grande storico brianzolo.
Si tratta in apparenza di un semplice CD, di un ipertesto sotto forma di dischetto multimediale: piccolo se valutato in centimetri ma grande e smisurata “ruota” del nostro tempo storico.
Avevo deciso, di fabbricare un multimediale facile per tutti: intendendo dire, facile da confezionarsi, da farsi, ma comunque intrigante in ragione della sua semplicità. Per i lettori, in particolar modo: riposante, godibile a vedersi, di semplice e lineare nella fruibilità.
E’ stata ugualmente una gran fatica; anzi, sicuramente una fatica superiore ad ogni altra.
Lo sapevamo, lo avevamo verificato da subito, appena iniziato il lavoro; ma abbiamo voluto tenacemente darci di testa, per quel bisogno di andare oltre che è, se si vuole, una delle basi della didattica e della conoscenza; e questo solo per parlare dell’aspetto più strettamente tecnico del problema.
Anche i lettori lo sanno: se discutono di storia, specie della nostra più prossima, essere difficili è piuttosto difficile, difficilissimo però è l’essere facili. Nientemeno è facile essere difficilissimi.
A parte il fatto che l’uso serio delle parole che ci resta, è quello didattico del gioco; questo non è un gioco di parole, ma informazione editoriale vera e propria, e riguarda assai da vicino l’iter progettuale dell’intero nostro lavoro portato avanti nell’Istituto d’Arte.
L’opera globale di Don Rinaldo Beretta si configura come un vero e proprio monumento complesso alla storia ed alla cultura delle genti di Brianza e del suo finitimo: è corposa, ponderosa, esaustiva, concatenata e logica nella esuberante ricchezza di informazioni aggiuntive delle note a latere, delle fonti citate, delle recensioni e degli articoli giornalistici.
Un siffatto corpus editoriale non poteva certo essere trattato con sufficienza, semplicemente incasellando pezzo a pezzo, indorando ancor più ogni preziosismo storico con grafismi, coloriture, siparietti, animazioni, estrapolazioni o quant’altro gli effetti speciali dell’informatica possono oggi consentire con facilità.
Occorreva come si è detto, e appunto, con enorme difficoltà, essere “facili” nella meccanica propositiva, semplici tanto nell’imballo quanto nella confezionatura del prodotto; essere cioè ovvii , rispettosi e lineari; in una parola: banali per scelta.
Occorreva con difficoltà fare della semplicità d’uso l’incentivo massimo d’accessibilità a tutti, favorirne l’accettazione, conseguentemente la consultazione rapida e riposante.
E’ scaturito così, pensato e ragionato, un sito-non-sito, un prodotto grafico-non-grafico, una interattività-minimamente-interattiva, una, pensiamo, trasposizione equa tra pagina stampata e pagina virtuale.
Tutto ciò in ragione del rispetto che si deve per primo all’autore, poi, allo specifico della trattazione, infine alle esigenze di un lettore non necessariamente avvinto dagli stilemi informatici.
Una operazione di progetto con simili valenze è in genere non facile, difficilissima, per chi dell’informatica e del prodotto grafico, più in generale per indirizzo di studio, per scelta e mestiere, vuole fare vetrina della propria professionalità acquisita.
Nel giorno del day after del nostro lavoro, non esiste un termine equivalente a incoscienza per indicare, senza equivoco e giri di frase, quella che è stata negli ultimi due anni, sempre e sostanzialmente una vera incoscienza.
Nella decisone di chi scrive di dar corpo all’opera di Don Beretta c’è stata proprio e soltanto temerarietà incosciente. Un atto “irresponsabile” e istintivo condiviso prima da un gruppo sparuto di suoi allievi, dalla direzione della scuola ai suoi più alti livelli, poi collettivamente dal corpo redazionale di Brianze.
Per lungo tempo abbiamo navigato a vista, sommersi dalla mole di documentazione emersa, dai dati numerici ogni giorno più invasivi. Poi tutto l’intrico è parso semplificarsi nell’idea logica e summenzionata, della “semplicità per la semplicità”, nel: “no logo”, come si dice oggi con terminologia anglofona.
I numeri, cioè in buona sostanza la mole di lavoro prodotta e non visibile al lettore meno scaltrito, rimangono muti testimoni o “memento mori” di un nostro, personalissimo atto inconsulto.
A tutti invece, la piacevole curiosità di scoprire davvero facilmente, l’interezza di un patrimonio inesplorato, inedito sotto certi aspetti, che abbiamo inteso come dono prezioso alla collettività.
Forse il lettore avrà più tempo per valutare questo nostro lavoro davvero speciale: apprezzarlo per quel che vale davvero, ascoltare come scricchiola il tempo della storia.
Chissà, potrebbe essere il rumore del guscio di un uovo che si rompe per la nascita di una nuova, questo ormai è certo, mai facile sorpresa per tutti.
2005 Le vicende della brianza di Ignazio Cantù
LE VICENDE DELLA BRIANZA
E dei paesi circonvicini
Di Ignazio Cantù
Edizione multimediale a note interattive
Editore Museo Verri di Biassono
"... fratello del più celebrato Cesare Cantù ...": una frase che spesso appare sulle
biografie sintetiche di Ignazio Cantù, ma che non rende giustizia allo scrittore, storico, letterato brianteo.
DXella suo opera piùimportante, Le Vicende della Brianza", ne abbiamo ricavato un testo a note interattive ora in rete nel sito del museo Verri e accessibile a tutti-
Si è trattato di un grosso lavoro, il nostro, sfociato" nel 2006 in una mostra dedicata alla sua opera più briantea "Omaggio a Ignazio Cantù - nel 170° di "Le vicende della
Brianza e de' paesi circonvicini" .
L'opera di Ignazio Cantù, èè ora contestualizzata nel sito ufficiale del museo Verri di Biassono. per accedervi e fruire della multimedialità è sufficiente cliccare il link a seguire. Si aprirà la home del museo. In basso alla colonna indice a lato sinistro, troverete l'indicazione relativa a I. Cantù. Cliccate nuovamente. Buona navigazione a tutti.